The forgotten children of Checenia. Life in Grozny. Picture taken by Musa Sadulajew.

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Tuesday, October 25, 2011

E una volta di più (già sono 4) Corriere.it utilizza l'arma della censura. Evviva il neo-fascismo, vero Corriere?

Ci risiamo. Di nuovo Corriere.it mi fa l'onore di farmi cadere sotto i colpi della sua censura. Io davvero non so se chi dovrebbe mettere in linea i miei commenti lo fa per eccesso di zelo o antipatia personale oppure davvero esiste una "black list" per cui i post di quelli come me devono essere censurati a priori. Ad ogni buon conto e per dovere di cronaca, qui sotto potete leggere il post che Corriere.it non ha voluto pubblicare.

Solo un avviso ai "naviganti": se siete degli sfegatati nazionalisti e vi offende tutto ciò che è la libera critica a ciò che è oggi diventata l'Italia, allora evitate di leggere il mio post, cosí vi eviterete un sano attacco di bile. In tutti gli altri casi, beh, se proprio non condividete del tutto la mia opinione potete sempre ribattere lasciando un vostro commento. Oltretutto, potete star certi che io non censuro, in quanto per principio sono contrario a qualsiasi tipo di censura. Anche nel caso scriviate commenti ingiuriosi. Perché in tal caso essi qualificano da soli il livello culturale, sociale e personale di chi li scrive e non c'è bisogno che io mi affanni tanto a ribatterli. Chi mi legge e poi legge i mei detrattori sono sicuro che sa da che parte sta la ragione.

Buona lettura e un caro saluto a tutti. Victor.


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Gli italiani mi fanno davvero schifo!

victor the iron blade
martedì 25 ottobre 2011, 09:49
Solo ci manca che Berlusconi decida come dividere e a chi dare l'Italia quando non governerà più (speriamo presto, in ogni caso) come se si trattasse appunto di lasciare una eredità. Però, teoricamente, l'Italia non è sua. Teoricamente, perché in realtà lui si comporta come se lo fosse. Grazie soprattutto al fatto che l'Italia non è (e mai lo è stato) un Paese dove vive un popolo libero, ma è un feudo dove esiste un Signore regnante che ha sotto di sé milioni di sudditi, o forse sarebbe meglio dire servi. E poi c'è qualcuno tra i lettori che ancora si chiede, magari pure un po' indignato, perché gli italiani come me se ne vanno all'estero? Avrei dovuto forse restare per fare il lacché di Silvio e del suo entourage di nani, ruffiani e ballerine (o forse dovrei dire prostitute, eh?). L'italiano era, è e purtroppo temo che resterà sempre un popolo di servi. l'Italica progenie, purtroppo, ha un DNA profondamente servile. Chi, come me, rifiuta questo tragico destino è destinato a vivere da esule fuori dalla terra che altri stanno ignomigniosamente occupando. Italiani che vivete in Italia, vergognatevi di ciò che siete. Fate davvero schifo! 

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